Il Giusto Compenso per l’Amministratore di Condominio: Una Battaglia per la Dignità Professionale

L’attività di amministratore di condominio è un ruolo complesso, caratterizzato da responsabilità elevate e da un impegno costante nella gestione degli edifici e dei rapporti tra i condomini. Tuttavia, i compensi attualmente riconosciuti a questi professionisti risultano spesso inadeguati, con remunerazioni che in alcune aree del Paese rasentano la soglia di povertà. In questo contesto, la battaglia non è solo per ottenere un equo compenso, ma soprattutto per un compenso dignitoso, che riconosca il valore del lavoro svolto.

La Sentenza di Milano e il Principio Costituzionale

Una sentenza del Tribunale del lavoro di Milano del 6 aprile 2023 ha stabilito un precedente importante per quanto riguarda il compenso dei lavoratori, sancendo il diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro, come previsto dall’articolo 36 della Costituzione italiana. Sebbene la sentenza riguardasse una lavoratrice del settore della vigilanza privata, i principi espressi sono applicabili a qualsiasi categoria di lavoratori, inclusi quelli autonomi come gli amministratori di condominio.

La Costituzione, infatti, tutela il lavoro in tutte le sue forme, come chiaramente espresso nell’articolo 35. Questo significa che anche i professionisti non dipendenti, come gli amministratori di condominio, hanno diritto a una retribuzione adeguata. Tuttavia, la realtà è ben diversa: i compensi spesso non riflettono le responsabilità assunte e la mole di lavoro svolto.

Il Problema del Compenso degli Amministratori di Condominio

Il compenso degli amministratori di condominio è attualmente al centro di un acceso dibattito, sia tra gli stessi professionisti sia tra le associazioni di categoria. La mancanza di una regolamentazione chiara per questa professione non ordinistica ha portato a una situazione in cui i compensi sono determinati dal mercato, spesso al ribasso.

In alcune regioni italiane, il compenso medio per ogni unità immobiliare amministrata si aggira intorno ai 15 euro al mese. Considerando la complessità delle mansioni svolte e le responsabilità legali, civili e penali che gravano sugli amministratori, questa cifra appare del tutto inadeguata.

Le attività svolte da un amministratore comprendono, tra le altre, la rappresentanza legale e fiscale del condominio, la gestione delle delibere assembleari, la manutenzione ordinaria delle parti comuni e la gestione dei conti condominiali. Oltre a ciò, devono affrontare problemi legati alla sicurezza degli impianti, alle controversie tra condomini e alla manutenzione straordinaria. Eppure, nonostante l’enorme mole di lavoro, il compenso base resta insoddisfacente.

 

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La Proposta di Equo Compenso

Negli ultimi anni, si è iniziato a discutere dell’introduzione di un equo compenso anche per i professionisti non ordinistici, come gli amministratori di condominio. La legge 4/2013, che riconosce e regolamenta le professioni non organizzate in ordini o collegi, rappresenta un primo passo in questa direzione. Tuttavia, l’approvazione di una normativa specifica per garantire un compenso equo e dignitoso agli amministratori di condominio è ancora in fase di discussione.

L’associazione ABICONF, in collaborazione con Confcommercio Professioni, ha avviato un dialogo con le istituzioni per promuovere una regolamentazione che tuteli i diritti degli amministratori. La proposta prevede un compenso proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto, tenendo conto di fattori come la dimensione del condominio, la presenza di impianti complessi e la gestione delle controversie legali.

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Un Compenso Basato su Fattori Oggettivi

Per determinare un compenso equo, è fondamentale adottare un approccio tecnico e scientifico. ABICONF e Confcommercio Professioni propongono un sistema che tenga conto di variabili oggettive, quali:

La destinazione d’uso degli edifici (residenziali, commerciali, ecc.);
Il numero di unità immobiliari che compongono il condominio;
La presenza di impianti condominiali complessi (ascensori, impianti idrici ed elettrici, piscine, fonti rinnovabili);
La gestione delle controversie legali tra i condomini;
La distanza tra lo studio dell’amministratore e il condominio amministrato.
Questi fattori contribuiscono a definire un compenso che riflette la complessità e la responsabilità del ruolo.

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La Necessità di una Riforma Normativa

Alla luce delle attuali difficoltà economiche degli amministratori di condominio, appare evidente la necessità di una riforma normativa che dia maggiore dignità a questa professione. Tra le proposte avanzate da ABICONF e Confcommercio Professioni, vi è l’introduzione di un tariffario variabile, che tenga conto delle specificità di ogni condominio e delle responsabilità assunte dall’amministratore.

Inoltre, si propone di consentire ai condomini di detrarre fiscalmente il compenso dell’amministratore, sia per la gestione ordinaria che straordinaria, al fine di alleggerire il peso economico sulle famiglie e incentivare una maggiore trasparenza nella gestione delle spese condominiali.

Conclusione

L’amministratore di condominio svolge un ruolo cruciale nella gestione del patrimonio immobiliare italiano. Tuttavia, il compenso attualmente riconosciuto non riflette né le responsabilità né l’impegno richiesto. È essenziale che la professione venga valorizzata e regolamentata in modo adeguato, attraverso l’introduzione di un compenso dignitoso e proporzionato. Solo così sarà possibile garantire la qualità del servizio offerto e tutelare i diritti di chi svolge questo delicato ruolo professionale.